Le bimbe nel prato
Gli occhi azzurri brillano di gioia ed illuminano il viso dolce di bambina incorniciato da boccoli biondi. Lei ride senza sosta proprio in mezzo alla verde prateria, scaldata dal tiepido sole primaverile dei Pirenei, incurante della sedia a rotelle su cui siede. Intorno a lei altri bambini suoi coetanei ridono e scherzano, vestiti da animaletti del bosco come se fosse carnevale: uno scoiattolo, un cerbiatto, un lupetto, un fagiano. Anche la bimba è mascherata con un abito da lepre. Ed assieme a loro ci sono un paio di adulti, vestiti da orso, che si rotolano per terra e giocano coi bambini.
La bimba sulla sedia a rotelle sembra non essere mai stata così felice, continua a ridere, a giocare, a rincorrere gli altri animaletti ed a scappare dagli orsi. Anch’io non ho mai visto tanta spensieratezza e gioia di vivere, pur nella semplicità di un banale gioco di bimbi.
Guardando al di là del fiume, mi è parso quasi di scorgere un sorriso compiaciuto nella bianca statua posta in una nicchia naturale della grotta, proprio là dove un’altra bimba, nel 1858, ha avuto 18 apparizioni di quella che si è definita l’Immacolata Concezione. Sotto alla statua migliaia di pellegrini, provenienti da ogni parte del mondo e con ogni mezzo, quotidianamente fanno scivolare le loro dita sulle pareti rese ormai levigate come marmo, affidando a questo luogo speranze ed intenzioni dopo aver percorso migliaia di chilometri con qualunque mezzo.
Rifletto sul fatto che la Chiesa ha riconosciuto solo 67 “miracoli”, che rappresentano meno dell’1% degli oltre 7000 dossier di guarigioni pervenute al Bureau Médical del Santuario, ma è un’infinitesima parte dei continui piccoli e grandi miracoli che accadono quotidianamente a tante persone che vengono a pregare davanti alla grotta dove per prima Bernadette ha recitato il rosario. Tra questi, uno molto simbolico è ben rappresentato da una statua seminascosta in un boschetto poco sopra la grotta dove un cieco abbraccia la croce ed un cartello spiega la scena: “retrouver la foi c’est plus que retrouver la vue” (“ritrovare la fede vale più che ritrovare la vista”). Ripenso al fatto che tutti i 67 miracoli sono guarigioni, e osservo che proprio Bernadette morirà giovanissima di malattia e tra inimmaginabili sofferenze, ma con il sorriso sulle labbra ed il rosario recitato tante volte assieme alla Madonna tra le mani. Proprio lei che ha potuto parlare con la “signora vestita di bianco” non è stata guarita dai suoi mali, ma già pochi giorni dopo la prima apparizione ci sono stati i primi miracoli ai compaesani della pastorella.
Vengo distratto dai miei pensieri perché all’improvviso il cielo si scurisce, le nuvole avvolgono il campanile della basilica, comincia a far freddo e dopo pochi istanti inizia a piovere, qui a Lourdes il tempo cambia repentinamente e più volte al giorno. I bimbi accolgono con allegria la novità e continuano a giocare riparati da un portico; i fedeli che silenziosamente si avvicendano sotto la grotta non si accorgono neppure della pioggia, tanta è la loro emozione di essere in questo luogo ed i loro occhi brillano come quelli dei bimbi al di là del fiume, mentre guardano trepidanti e confidenti la statua della Vergine sopra a loro, certi che lei saprà trasmettere le loro preghiere a Gesù, perché ogni madre è sempre ascoltata dal proprio figlio.
Indosso la casacca e mi incammino verso le piscine per svolgere il mio servizio.
Passando davanti alla grotta mi fermo a recitare un Ave Maria, ed al termine i miei occhi sono attratti dal candeliere: vento e pioggia si accaniscono contro le fiammelle, ma la maggior parte di queste resiste nonostante gli agenti avversi. Ringrazio la Vergine Maria per questa ennesima lezione di vita prima di riavviarmi verso il mio impegno…
Gabriele Torresan